mercoledì 30 ottobre 2013

ALZIAMO IL TIRO

Da qualche mese a questa parte sta diventando di “moda” parlare di LAVORO DI CURA e di CAREGIVER FAMILIARE.
Lo speravamo e in un certo senso ce lo aspettavamo.
Come purtroppo ci aspettavamo, con timore, la “proposta risolutiva” che da più parti a livello politico/istituzionale si sta concretizzando nel riconoscere al familiare caregiver una certa somma economica per il suo lavoro, anche attraverso il fioccare di Proposte di Legge e/o Delibere Regionali e Comunali (ultimo in ordine di tempo quelle Lombarde e Romane),

Chiariamo subito che questa “risposta” non coincide in NESSUN modo con le nostre richieste.

L'articolo 4 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo recita testualmente: “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù.”

Ma in cosa consiste la condizione di schiavitù?
L'art. 600 del Codice Penale definisce la condizione di schiavitù quella “situazione di soggezione continuativa che costringe un individuo a prestazioni lavorative che ne comportino lo sfruttamento. La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha luogo quando la condotta è attuata mediante (…) abuso di autorità o approfittamento di una situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla persona.”



Dunque, quando uno Stato costringe un cittadino ad una logorante assistenza del proprio familiare non rispettando le normali tutele obbligatorie in qualunque tipo di lavoro (il diritto al riposo, alla salute, a pause destinate alle relazioni sociali); quando qualcuno costringe a svolgere il lavoro di cura minacciando, qualora l'impegno divenga insostenibile, di sottrarre il proprio caro con disabilità per istituzionalizzarlo, quando l'amore diviene, per lo Stato, uno strumento di ricatto.... questa è una condizione di schiavitù.

Occorre anche rilevare che un enorme quantitativo di ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo sulla condizione dei familiari caregiver ne hanno decretato senza alcun dubbio la condizione di altissimo rischio sanitario, con un’aspettativa di vita inferiore anche di 17 anni rispetto alla media e una enorme incidenza di patologie invalidanti dalle quali sono affetti.

Ma c'è di più: se il familiare con disabilità necessita di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale in quanto rientra tra quelle disabilità certificate come gravi, la situazione del familiare caregiver può sfiorare l'aberrante condizione di tortura.

La tortura è un sistema di coercizione fisica e psicologica che utilizza frequentemente metodologie come la deprivazione del sonno, l'isolamento, il terrore, l'umiliazione.

Quando si costringe un familiare a vegliare notte dopo notte, nel terrore che qualcosa possa accadere al proprio caro, quando lo si isola da normali relazioni con i propri simili, quando lo si umilia con continue richieste e prassi burocratiche spesso inutili e vessanti per ottenere supporti e sostegni minimi – mai notturni – , ciò che subisce è, senza alcuna esagerazione, una tortura.

Uno Stato che commette abusi così gravi nei confronti dei diritti umani non può cavarsela erogando oboli di qualche centinaia di euro al mese.



E' obbligato secondo accordi e regolamenti che ha sottoscritto anche con altri Stati, al rispetto dei diritti lavorativi ed umani dei familiari che prestano lavoro di cura, quindi deve fornire supporti assistenziali cospicui per permettere al familiare caregiver di accedere ai più elementari diritti come riposarsi, curarsi e mantenere una vita di relazione. 

Chiara: ai domiciliari senza reato





lunedì 7 ottobre 2013

Appuntamenti

Solo per chi è residente a Roma ed a Milano (per ora) sono fissati due incontri con l'avv.Marco Vorano per la firma del mandato di rappresentanza in tribunale. 



PER MILANO


L'incontro è fissato presso L'Ostello della Gioventù Piero Rotta -http://www.aighostels.it/it/ostelli/lombardia/milano/piero-rotta Zona San Siro - dalle ore 9.30 alle ore 13.00 - non è necessario restare oltre il tempo necessario per la firma, massimo 10/15 minuti, anche se questa è una buona occasione per chiedere notizie all'avvocato e conoscere gli altri ricorrenti - .
Occorre portare un memoriale (massimo due pagine) nella quale si descrive il proprio lavoro di cura com'è stato spiegato quiBisogna avere con se un documento di riconoscimento non scaduto e la quota di partecipazione. In quella sede saranno rilasciate le ricevute degli aderenti che hanno firmato a Giugno.



domenica 6 ottobre 2013

Raccomandate

Renata di Paderno Dugnano (MI) ci spiega come sapere a che punto è la raccomandata spedita all'INPS:
RINTRACCIARE UNA RACCOMANDATA

INSERITE IL CODICE CHE SI TROVA IN ALTO A DX SOPRA IL CODICE A BARRE
Le cifre vanno inserite senza interruzioni e senza trattino
poi cliccate su ESEGUI LA RICERCA
inserire il numero della raccomandata esempio 1234567891
NON CLICCATE SU NUOVO CODICE ma cliccate su “ricerca”
appariranno gli estremi della spedizione- a questo punto cliccate sulla lente d'ingrandimento e apparirà la data di consegna della raccomandata.
Tenete presente che dal momento della consegna possono passare anche 20 giorni perché la ricevuta di ritorno viaggia come posta ordinaria.


Chi non riceve indietro le ricevute di ritorno, fà fede la consegna dichiarata da POSTE ITALIANE e si può allegare alla documentazione da inviare


giovedì 3 ottobre 2013

INPS

Attenzione a tutti i familiari caregiver che hanno inviato le raccomandate all'INPS



Nel caso foste contattati telefonicamente da impiegati dell'INPS che chiedono informazioni, NON rispondete ad alcuna domanda, chiedete un risposta scritta ai sensi della legge sulla trasparenza degli atti ed eventualmente informateli che siete assistiti dall'avv. Marco Vorano.